BAMBINA
BAMBINA
s.d
marmo, 27x17x15 cm
Esposizioni: 1965, Lodi, Mostra commemorativa, n. 38 (Bimba con cestino); 1978, Lodi, Mostra permanente, s. n; 1978, Lodi, Mostra antologica , s.n; 2015, Lodi, Ettore Archinti. Materia semplice (senza catalogo).
Bibliografia: Aut. Vari 1965, n. 38; Gipponi, Mostra Permanente, 1978, s.n.p; Gipponi, Mostra antologica 1978, s.n.p.
L’opera fa parte delle sole quattro piccole sculture note realizzate da Archinti in marmo, insieme a Mammina (s.d), e alla Testa di bimbo in marmo di Carrara (s.d), entrambe in collezioni private; a queste si deve aggiungere una Signora in gramaglie, apparentemente dispersa, esposta nel 1901 nella personale a Palazzo Barni, insieme alla corrispondente versione in gesso (Il Fanfulla, La mostra d’arte, 27 maggio 1901).
Nella scultura in esame, Archinti esprime nello stato di abbozzo, inteso come sintesi del reale, quella liberazione delle forme verso lo spazio attinta dalla scultura di Medardo Rosso, che resta nella sua ricerca uno dei riferimenti fondamentali.
Il rimando più diretto, per soggetto e linguaggio, è però con la Comunicanda (1910) scolpita in marmo di Carrara da Eugenio Pellini, che come Ernesto Bazzaro fu docente di Archinti alla Scuola degli Artefici dell’Accademia di Brera, e del quale lo scultore lodigiano continuò anche in seguito a frequentare lo studio; l’opera potrebbe essere di poco successiva.
Indefinita, come ancora in compimento, la figura della bambina con il cestino che emerge dalla pietra impersona, insieme alla versione di Mammina scolpita nello stesso materiale, un aspetto specifico del linguaggio di Archinti: un filone stilistico che si aggiunge ai due più noti e rappresentativi della sua produzione, dedicati uno alla movimentazione della materia che vibra di ombre e luci, e l’altro che racchiude le figure in linee più ferme, secondo orientamenti maggiormente legati alla tradizione.