
Guida alla mostra
Mappa e lista delle opere
Regolamento di mostra
Luci e penombre di antichi giardini
a cura di Marina Arensi e Vittorio Vailati
29 marzo – 13 aprile 2025
«Il mio giardino è il mio capolavoro più bello».E’ la celebre frase di Claude Monet,che nei “jardins d’eau” e nei Jardins fleuris” di Giverny ricreò la pittura sostituendo i fiori e gli alberi ai colori, offrendo uno straordinario esempio di fusione e correlazione tra pittura e giardini.Nella consapevolezza di come gli artisti di tutti i tempi hanno guardato a questi angoli di natura ricreata, all’ombra delle dimore di cui giungono la vita e le voci, la mostra accompagna dentro giardini dipinti tra gli ultimi scorci dell’ ‘800 e la prima metà del ‘900. Come per le precedenti rassegne organizzate al museo “Ettore Archinti” e promosse da Unitre, la panoramica attraversa un tempo dell’arte di eccezionali mutamenti, riflessi anche nelle opere selezionate: una linea di figurazione che rivela, nei differenti linguaggi e personalità, il onfrontarsi di ciascuno degli autori con il proprio tempo. Pennellata, composizione, disegno, colore e luce, riflettono nelle modalità di utilizzo la storia del rappresentare che si trasforma attraverso le epoche e le pratiche, perpetuando ’affascinante dialogo tra la realtà e la sua interpretazione.
La mostra propone una lettura aperta della tematica, senza circoscriverne il percorso in definizioni rigide, con opere di qualità pittorica di noti autori locali, e di altri significativi nel panorama nazionale. I giardini vi compaiono nella loro connotazione estetica, poetica e simbolica, luoghi della memoria dove tutti siamo stati o abbiamo desiderato entrare e spesso, per gli autori, anche spazi dove incontrare se stessi. Tra roseti, profumi e sentieri bordati di fiori, la luce è protagonista in chiarori, ombre e contrombre: il giardino vi si annida come luogo della sosta e del tempo ritrovato del contemplare, evocatore di sensi e di emozione.
Nel periodo di apertura della mostra, nella sala del Museo al piano superiore saranno esposte, insieme alle sculture di Archinti, quelle di Fausto Locatelli (1914-1945): un omaggio allo scultore lodigiano morto trentunenne sotto il bombardamento su Lodi del 2 aprile 1945, nell’ottantesimo anniversario della scomparsa.
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